Skip to content →

Rosa Anna Musumeci: projects in Sicily, 2017

MICHEL COUTURIER Research concept | Future projects in Sicily

 

Presentazione breve

 

Concept

 

Michel Couturier (1957) è un’artista tecnicamente eclettico: pittura, disegno, stampa, video, performance, gli sono familiari e vengono talvolta utilizzati analiticamente, cioè per successive trasformazioni/declinazioni/metamorfosi di una stessa materia. Quale che questa sia ( ciottoli, insegne pubblicitarie, tralicci elettrici, parcheggi di supermercati, porti, paesaggi…), l’artista si appropria così dell’oggetto per trasfigurarlo in uno stato mentale, proiezione del soggetto creativo. Operazione consueta, anzi banale, peraltro, poiché il gesto artistico non è mai veramente stato questione di imitatio naturae, quanto presentazione, dichiarazione, testimonianza, di posizioni, scelte, visioni, denunce culturali della realtà.

 

In Couturier, visione, e denuncia, prendono corpo attraverso interventi semplici, che ricordano talvolta le operazioni di Richard Long sul paesaggio, e come queste contrastano con la complessità del percorso intellettuale sottinteso. Altrimenti detto, tutto quanto viene rappresentato è riconoscibilissimo e irriconoscibile: i ciottoli non sono ciottoli, tralicci e insegne suggeriscono alberi e foreste, i parcheggi parlano di incomunicabilità e alienazione nella società capitalistica, i porti e i paesaggi di viaggi, scambi, flussi migratori, incroci e tensioni interculturali… Al di sotto di una costante accuratezza formale, presente anche nei suoi Manifesti, le allegorie dell’artista trasmettono così inquietudine e – dicevo – denuncia di una miriade di ordinarie violenze: del sistema economico sul consumatore, dell’inquinamento sulla salute e sull’ambiente, del pregiudizio comunitario sull’apertura all’altro (delle frontiere e della mente). Citazioni da Calvino e Pavese soprascritte alle opere alludono a queste crisi e forniscono non tanto chiavi per la soluzione, quanto spunti di riflessione. Nell’universo classico evocato da questi autori, il mito della riconciliazione fra uomo e natura, e degli uomini fra loro, può forse essere tradotto nell’utopia che i contemporanei dovranno perseguire per salvarsi.

 

Nel progetto siciliano, già in corso da qualche tempo, questi motivi acquistano eccezionale rilievo, data le peculiarità dell’isola: terra di acute contraddizioni, avamposto territoriale dell’Occidente esposto a tutte le migrazioni e contaminazioni culturali; arretrata economicamente, ma tutt’altro che sottosviluppata; immensamente ricca culturalmente e naturalisticamente, ma teatro di furiose devastazioni del patrimonio monumentale e ambientale. Porti, opere infrastrutturali incompiute, capolavori architettonici in rovina, natura assediata dal cemento (come l’unico lago, Pergusa, legato al mito del “Ratto di Proserpina”, ma più noto per la pista automobilistica in abbandono e il progressivo prosciugamento conseguente) sono solo alcune delle allegorie potentissime della condizione umana e civile che l’artista intende documentare.

 

 

Rosa Anna Musumeci, 2017